Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 12 gennaio 2014 «Peggio di così non si sarebbe potuto iniziare. Davvero una vergogna». Non usa giri di parole Marco Boato, uno dei padri dell’attuale assetto autonomistico: «Invece che confrontarsi tra le due Province su come rivitalizzare l’istituto regionale e su come valorizzarlo come sede di coordinamento e rafforzamento tra le due autonomie provinciali, nel quadro dell’assetto tripolare dell’unico Statuto di autonomia, si sta trasformando la Regione in una mera occasione di baratto tra gli appetiti che si sono manifestati tra le forze politiche di maggioranza a Trento e Bolzano. Siamo di fronte ad un panorama davvero miserevole, rispetto a cui il facile richiamo al famigerato “manuale Cencelli” della Prima Repubblica risulta persino inadeguato». Il motivo, spiega Boato, è chiaro: «Col “manuale Cencelli” venivano assegnati i posti di governo in base alla logica partitocratica e correntizia, ma non venivano messi in discussione i ruoli istituzionali. Ora invece, se le ipotesi di cui si parla corrispondono al vero, verrà meno anche la “staffetta” alla presidenza e vicepresidenza della Regione tra i due presidenti delle Province autonome, che era stata introdotta per rendere l’assetto istituzionale regionale una occasione di rapporto diretto e di cooperazione tra i vertici delle due autonomie provinciali, superando l’irrilevanza che negli ultimi decenni aveva caratterizzato la debole Regione come istituto “terzo” tra le due fortissime Province». Nel mirino di Boato ci sono metodo e merito: «Non vi è traccia di una reale valutazione sulle diverse competenze istituzionali da attribuire alle persone più adatte a svolgerle. Si sta solo discutendo, in modo davvero indecente e impresentabile, su come collocare i vari appetiti delle forze politiche (così del resto era appena successo anche per il Consiglio regionale) e su come sistemare la questione, resa ridicolmente residuale, della presenza in giunta della differenza di genere». Lo sfogo finale è per il Pd: «Sta dimostrando di tenere di più alla sistemazione di qualche suo esponente in gara tra Trento e Bolzano che non alla proposta e progettazione di rilancio istituzionale di un ente che invece viene lasciato al suo inarrestabile degrado, in questi giorni al livello più basso della sua storia recente. Posti da occupare, baratti da scambiare, donne da sistemare e non da valorizzare, nessuna idea sul futuro da coltivare. Peggio di così non si sarebbe potuto iniziare: davvero una vergogna, di cui si sarebbe dovuto fare a meno per decenza politica e istituzionale, ma anche per responsabilità etica. Ma esiste ancora un’etica su questo terreno?».
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MARCO BOATO |
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